Ultimamente in molti mi state ponendo delle domande relative alle mie foto e la mia idea era quella di dedicare questo post al tema delle foto nel mondo del food spiegandovi un pochino quello che sta dietro a uno scatto di un piatto e dandovi magari qualche spunto. Tuttavia, ispirata da un fatto realmente accaduto, ho deciso di virare e di raccontarvi il nostro sabato sera.
Pensa ad un tranquillo sabato sera di giugno, quando finalmente l’aria è piacevole al punto da poter cenare in giardino senza golfino e il canto delle cicale ti fa venire voglia di mare. Ecco, hai presente? Ora tieni a mente questa immagine idilliaca di un perfetto sabato sera di giugno.
E adesso prova a visualizzarmi nella mia cucina in questo tranquillo sabato sera di giugno.
Stimolata dall’estate che si avvicina, decido di preparare due spaghetti alle vongole veraci. Le faccio spurgare, le spadello, riduco il liquido e ne ricavo un sughino davvero profumatissimo. Apparecchio la tavola in giardino con la tovaglia di lino a righe, accendo le candele, stappo una bottiglia di vino bianco messo in fresco per l’occasione, decido di rinunciare all’aperitivo perché non mi voglio rovinare la fame. Faccio bollire l’acqua e sono pronta per buttare gli spaghetti. Li scolo belli al dente perché li voglio ripassare con il sugo… Troppo precisa e ordinata non voglio sgocciolare acqua in tutta la cucina e così decido di chiedere aiuto al maschio di casa…”Tesoro non è che ti avvicineresti con la padella del sugo?”.
Stop. Riavvolgiamo il nastro. Rileggiamo. “Non è che ti avvicineresti con la padella?”.
Errore madornale. Non ho specificato: “Amore, non è che una volta che ti sei protetto le mani usando gli appositi guanti da cucina, ti avvicineresti con la padella?”.
Mea culpa. Mai dimenticare che agli uomini bisogna specificare tutto. Avete presente quando ti chiedono dove è lo yogurt e se non è esattamente allineato all’altezza del loro sguardo ti rispondono che non ci sono yogurt in frigorifero?
Ecco, avrete ormai intuito che questa svista mi è costata una corsa al pronto soccorso con la mia dolce metà urlante in macchina. Diciamo che per la prima volta ho veramente capito la portata degli stereotipi maschili.
La scena è comunque andata più o meno così. Ci visita un’infermiera che aveva fatto con me le scuole. Per cui tra un “Ciao! Ma da quanto tempo! Dove vivi adesso?” e un “Signore mi dica, da una scala da 1 a 10 quanto ha male?” con relativa risposta “12 e vorrei un’amputazione”, c’è stato uno scambio di sguardi tra donne di quelli che parlano chiaro, soprattutto quando all’antidolorifico la mia dolce metà sollecita la richiesta di morfina.
Quindi niente, dopo una seconda (tentata!) corsa verso un altro ospedale meno sovraffollato dove non arrivano le urgenze (quelle vere!), la svolta! Lui vuole tornare a casa. Basta dottori. Mi impunto e mi dico: ci siamo messi in pista, tentiamo con il secondo ospedale. Ed è qui che lo stereotipo maschile si è accentuato all’ennesima potenza … basta dottori vuol dire: “portami a casa subito”. Mi ha implorato di non portarlo più all’ospedale e per farmi riprendere la direzione di casa è stato capace di suonare il clacson in pieno centro.
Sappiate perciò che se avete incrociato due pazzi che suonavano il clacson come se si trovassero nel peggiore degli ingorghi milanesi tenendo al tempo stesso le dita “pocciate” in una ciotola piena di ghiaccio… ebbene sì, eravamo noi.
Ci tengo anche a tranquillizzarvi facendovi sapere che l’amputazione è stata evitata e la morfina non ci è stata ovviamente prescritta. Chiaramente il male deve essere stato veramente tanto e per fortuna non si è trattato di nulla di irreparabile ma… dita o non dita ustionate… le vongole ce le siamo pappate!
Alla prossima ricetta…
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
- 400 g di pollo
- 400 ml di latte di cocco
- 2-3 cucchiai di pasta di curry verde
- 2-3 cucchiai di salsa di pesce
- 1 cucchiaio di zucchero di palma
- verdure miste a piacere (es. melanzane thai, cornetti thai, taccole, mini pannocchie, edamame, piselli
- 5-6 foglie di kaffir
- olio di semi (es. girasole)
PREPARAZIONE
Tagliare il pollo a striscioline e le verdure a pezzetti.
Nel frattempo scaldare un filo di olio in un wok (o in una casseruola). Aggiungere la pasta di curry.
Non appena questa inizierà a sprigionare il suo profumo, unire 3 cucchiai di latte di cocco e lasciar sobbollire per un paio di minuti fino a quando la pasta sarà completamente disciolta. Unire poi il pollo e farlo rosolare per qualche istante. Ricoprire con il restante latte di cocco e aggiungere le verdure, la salsa di pesce, lo zucchero di cocco e le foglie di kaffir. Far sobbollire per il tempo necessario affinchè il pollo sia cotto e la salsa addensata. Completare con basilico thai.
Servire con riso jasmine cotto al vapore.
È possibile fare un curry rosso usando per l’appunto questa pasta di curry mantenendo inalterati gli altri ingredienti. In questo caso, al posto del pollo, a me piace usare dei gamberi e come verdura, anziché quelle verdi, amo aggiungere la zucca thailandese (una zucca dalla polpa asciutta, simile alla nostra Mantovana).
Consigli
– gli ingredienti summenzionati si trovano nei negozi di prodotti asiatici
– lo zucchero di palma può essere sostituito con quello di cocco ma non con lo zucchero di canna
– se non riuscite a reperire le foglie di kaffir, un’alternativa può essere di usare delle foglie di lime o limone (se ne avete una pianta in balcone)
-questi curry sono ottimi anche riscaldati e consumati il giorno dopo
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